La gente mette il becco dappertutto. L’uomo non discende dalla scimmia bensì dalla gallina. (Carlos Ruiz Zafón)
Se ancora fosse vivo, Darwin in questo momento si farebbe due grosse risate. Non per il paradosso della battuta, ma per gli anni sprecati a studiare l’evoluzione. Scherzi a parte, possiamo incolpare la noia o la mancanza di interessi per questa spassionata dedizione al pettegolezzo, ma riflettendoci bene questo male cela un’origine più profonda: l’infelicità.
Il pettegolezzo è l’oppio dell’oppresso. (Erica Jong)
L’insoddisfazione ha effetti collaterali più devastanti del farmaco più pericoloso al mondo. Non rimane rinchiusa nel singolo, anzi lo induce a sfogare questa condizione negli altri, specie nei confronti di chi appare felicemente appagato della propria vita. Come se la propria realizzazione avvenisse grazie alle disgrazie altrui.
La gente vede, sente e parla. Purtroppo però vede male, sente poco e parla troppo. (Roberto Benigni)
Che enorme spreco di tempo. Investire le proprie forze procurando dolore, quando basterebbe curare il proprio. La lingua è una spada affilata capace di turbare e ferire chiunque, non solo i più deboli. La buona notizia è che crearsi uno scudo resistente è sempre possibile. Come? Semplicemente vivendo come se nessuno potesse credere a tutte le cattiverie che ci attribuiscono.
Grandi menti discutono di idee, menti mediocri discutono di eventi, piccole menti discutono di persone e di quel che fanno. (Eleanor Roosevelt)
Piccole menti che meritano piccole attenzioni, perchè i pettegolezzi sono come le punture delle vespe, fanno male ma durano poco.
Professiamo la nostra serenità e disarmiamo questo esercito di frustati.
Source: dal web Il viaggio è nella testa.