“La parola ‘idiota’ ha due significati: il significato vero che le fu attribuito dagli antichi saggi era ‘essere se stessi’. Un uomo che è se stesso sembra e si comporta come un matto per coloro che vivono nel mondo delle illusioni sicché, quando chiamano idiota un uomo, intendono dire che egli non condivide le loro illusioni. Chiunque decida di lavorare su se stesso è un idiota in entrambi i sensi.” (J.G. Bennet)
Stavo rileggendo un interessantissimo e vecchio pezzo, tratto dalla rivista portoghese “Tentaculo”, che riporta questa formulazione della “scienza degli idioti”, sulla quale si fondavano i famosi “brindisi agli idioti” di Gurdjieff. Probabilmente lo scopo di questo filosofo armeno, era quello di indicare la caratteristica principale di una persona, il carattere distintivo della personalità, la sua maschera, l’ostacolo maggiore – e in questo sta l’idiozia – per una crescita oltre la personalità, verso la vera essenza, ciò che egli chiamava l’anima. La riflessione a cui sono giunta stamane, si è rilevata molto interessante e profonda, e mi ha portata a cercare di scavare, ulteriormente, nelle viscere della ricerca gnoseologica dell’uomo.
Ma che significato ha, esattamente la parola “idiota”?
Con il termine “idiòtes”, nel mondo greco, si indicava il privato cittadino che non ricopriva cariche pubbliche. Il fatto che, nel corso del tempo, sia diventato quasi sinonimo di “deficiente” indica, innanzitutto, in quale alta considerazione i greci tenessero la politica, l’impegno di gestione della polis. E poi sembra anche suggerire implicitamente che la prospettiva del singolo privato cittadino, per quanto illustre, rischia, proprio per l’ ovvia ristrettezza dell’angolo visuale, la grossolanità.
Oggi, l’idea che abbiamo di idiozia, grazie anche all’eccessivo uso dei Social Network e lo sviluppo endemico della società della communicazione, è quella di una categoria variabile e indicale (ascrivibile, ovviamente, a chi non la pensa ccome voi) che ha un posto d’onore sulla tribuna internazionale delle chiacchiere online e che si nutre, voracemente, di una sorta di bulimia presenzialista.
Il sacrosanto principio è che “l’idiota è sempre qualcun altro”, da cui poi si scatenano una serie di coniugazioni esileranti, ovvero, la categoria dell’idiozia è sempre ascrivibile a qualcun altro e quindi per gioco-forza anche noi saremo l’idiota di chi non la pensa come noi. Questo accade perché il business dell’idiozia funziona, raggiunge l’obiettivo di polarizzare e divide tra idioti e non idioti.
La categoria dei “non idioti” è quella categoria morale che si sente al di sopra dei poveri idioti, che scatena un sentimento (negli idioti) di riconoscimento verso valori che non gli apparterebbero, aprioristicamente, nei confronti di chi distrugge, senza neanche ascoltare le richieste di chi, semplicemente, vorrebbe capire di più di un certo argomento. La presunzione dei non idioti, e la loro incapacità di dialogare, forse è peggiore addirittura dell’idiozia pura.
L’idiozia è un caleidoscopio di forme e risponde ai canoni del suo tempo, e l’idiota diventa l’immagine di ciò che ciascuno di noi non vuole essere, benché l’idiozia sia in realtà strutturale alla nostra condizione di esseri umani.
Gli idioti catalogati sono 18, dall’ “idiota ordinario” all’ “idiota logaritmico”, ed ognuno di essi presenta una caratteristica ben definita.
E tu, che “idiota” sei?
L’idiota ordinario
Tutto psichismo, niente essenza. Cerca conforto, evita pressioni a tutti costi. Ordinario in tutti i sensi.
Il super idiota
Pieno di emozioni. Si sente superiore agli altri. Ha molti bisogni e tutti sono più importanti di quelli altrui. Non è capace di parlare di sé, ponderare, esaminare, pensare in modo razionale. Passa sopra tutti e tutto. Ha dei frequenti squilibri emozionali e la sua volontà è l’unica ad essere ubbidita.
L’arci-idiota
Segue la routine come un orologio. Totalmente prevedibile ma non fidato, a meno che si prendano delle precauzioni contro le sue debolezze e abitudini. Non riesce mai a finire qualcosa.
L’idiota senza speranza (disilluso)
Si prende pena solo di sé stesso, è incapace di vedere la sofferenza altrui.
L’idiota compassionevole
Si prende compassione degli altri, vede la sofferenza degli altri più grande della propria e non riesce ad aiutare se stesso. Tende a negarsi personalmente o nulla.
L’idiota strisciante
Non ha pietà di sé né degli altri. Non accetta aiuto e quando questo gli è dato, si sente a disagio e colloca una maggiore distanza fra lui e la fonte di aiuto.
L’idiota scatolato
Coglie lampi di verità, ma non cambia nulla dentro di sé. Incomincia a vedere, ma non ha volontà, è restio o incapace di avere un obiettivo reale.
L’idiota totale
Vede il proprio “io” reale e lo riconosce come un semplice cumulo di abitudini inconsce. Si vede vorticare nel ciclo della vita e dell’esistenza e può avvertire i risultati di un lavoro incessante e ripetuto. Tuttavia, nonostante sia totalmente cosciente di sé in quanto essere essenziale, non può agire veramente.
L’idiota a zig-zag
Inizia una lotta disperata per liberarsi dalla oppressione della mente. Costui è dominato dai bisogni sociali e culturali, ma la lotta ha avuto inizio. Si muove da un lato all’altro a zig-zag perché non riesce ad andare in linea retta per via del suo psichismo. Solo la battaglia attira la sua attenzione. Dimentica tutto il resto
L’idiota illuminato
Conquistata la libertà, si è liberi dalle sofferenze e dalle esigenze della psiche. È in uno stato di essenza attiva, ma è alla ricerca della scelta di una via.
L’idiota che dubita
Anche se è libero dalle esigenze della psiche, l’universo è infinito e inconoscibile. “Quella formichina sono io! La libertà stessa ha i suoi limiti!”
L’idiota imbecille
Rifiuta la fuga e la liberazione personale, e si rivolge al mondo per ottenere potere e riconoscimento, condividendo con altre persone, ma alla sua maniera e nei suoi termini. Desidera essere il signore del mondo.
L’idiota capace
Talentuoso e dotato di una mente fortemente sviluppata, è capace di fare e agire senza dover pensare o dare troppe spiegazioni. È un artigiano o un artista.
L’idiota benevolo
È capace di aiutare gli altri in modo concreto e allo stesso modo è capace di una vera misericordia, e non di una compassione immaginaria e inefficace.
L’idiota immobile
Non cerca di fuggire né di avvicinarsi alla fonte di aiuto. È capace di ricevere e canalizzare gli aiuti dalle fonti e dai poteri superiori.
L’idiota al quadrato
Deliberatamente crea ostacoli e pressioni insormontabili.
L’idiota al cubo
Sviluppa la coscienza di sé, creando deliberatamente ostacoli e pressioni per le altre persone, malgrado il suo desiderio di pace e di quiete.
L’idiota logaritmico
Deliberatamente crea il paradosso di tentare di trasmettere la conoscenza agli altri. Tenta di guidarli attraverso il Corridoio della Follia, sapendo che è impossibile aiutare là nelle profondità dei loro ‘io’.
@Wizzy, Afro Bodhisattva, Entrepreneur, Physical Anthropologist, Freelance researcher of African Studies, culture, tradition and heritage, CEO Dolomite Aggregates LTD and Founder MBA Métissage Boss Academy . & Métissage SangueMisto.