"The Meaning of Mariah Carey". Un'ennesimo libro su come la realtà superi la fantasia.

Mariah Carey e le difficoltà con la sua identità birazziale.

La sua autobiografia è un concentrato di racconti inquietanti......

“The Meaning of Mariah Carey”. Un’ennesimo libro su come la realtà superi la fantasia.

 

Pensare che una delle cantanti più affermate della storia moderna, con decine di successi ai primi posti nelle classifiche e milioni di album venduti, che si è esibita davanti a migliaia di fan adoranti, in luoghi completamente esauriti in tutto il mondo, vivesse la propria vita in un’ amara solitudine, è scioccante.

 

Eppure, il suo libro di memorie appena pubblicato, –  letto in esclusiva per voi, visto che non è il mio genere – “The meaning of Mariah Carey”, co-scritto insieme a  Michaela Angela Davis, scrittrice ed attivista Tedesca-americana, dipinge un quadro della Carey che non si vede o di cui non si parla spesso, e pochi sanno che la sua vita privata è, purtroppo, ricca di esperienze negative e di grande sofferenza.

 

È una persona che, attraverso la determinazione, il talento e, siamo onesti, la fortuna (anche se Carey lo chiamerebbe “destino”) è sopravvissuta ad abusi fisici, traumi e manipolazioni per mano di familiari, amici e persone care – finché, alla fine, è stata in grado di fare ciò che nessun altro poteva, e cioè emanciparsi. E ciò le fece capire che, oltre ad avere un valore, come persona, era anche preziosa.

 

Nel corso del libro, si arriva a capire come la Carey sia nata in un mondo che aveva un atteggiamento ostile nei confronti dei birazziali, persone che non rientravano in definizioni standard, ed era letteralmente incapace di comprendere la sua identità. La musica ed i suoi fan sono stati le uniche cose che l’hanno aiutata a trovare una sorta di pace e di consapevolezza.

 

Detto questo, il libro di memorie è servito come una sorta di correttivo, un modo per la star di esprimere i propri pensieri, e mettere in evidenza le storie celate in alcuni dei suoi momenti professionali e personali. Controllare la narrazione, le ha dato modo di definire se stessa, per se stessa, di far luce sul suo mondo, segnato più dalla corsa per la sopravvivenza, nonostante l’enorme successo.  Mariah, infatti, è cresciuta  in una casa piena di abusi di ogni tipo. Sua madre era negligente, a volte la lasciava a casa da sola o in compagnia di sconosciuti; sua sorella, una volta, le gettò acqua bollente in faccia, provocandole dolorose ustioni di terzo grado che l’hanno fatta “svenire”; suo fratello e suo padre spesso litigavano, riempiendo la casa in cui era cresciuta con una tensione travolgente.

 

Questo è il motivo per cui spesso si riferisce a se stessa come “eternamente 12“, un modo per riconoscere contemporaneamente la sua tragica giovinezza e l’infanzia che non ha mai avuto. Ciò ha fatto sì che la cantante si adattasse a situazioni di tensione, seppellendo molte delle sue emozioni per il bene di coloro che la circondavano e impiegando l’umorismo come un modo per deviare, mentre si appoggiava pesantemente alla scrittura di canzoni e all’esibizione per procurarle conforto. Questo schema è continuato per tutta la sua vita, compreso il suo matrimonio con Mottola, che, come racconta nel libro, era anche opprimente e offensivo. “La prigionia e il controllo si presentano in molte forme, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: abbattere la volontà del prigioniero, uccidere ogni nozione di disistima e cancellare la memoria della persona dalla propria anima“, scrive la Carey.

 

Mi ci è voluta una vita per trovare il coraggio per scrivere il mio libro di memorie. Voglio raccontare la mia storia, tra alti, bassi, trionfi, traumi, flop e sogni: tutte queste esperienze mi hanno permesso di essere quella che sono oggi. In questo libro ci sono i miei ricordi, le mie disavventure, le mie lotte, la storia di come sono sopravvissuta e le mie canzoni. Tutto senza filtri. Scriverlo è stato incredibilmente difficile, ma mi ha fatto bene“.

 

Ma andiamo con ordine ed iniziamo dal principio.

Mariah Carey nasce il 23 Marzo 1969 a Huntington, nella Contea di Suffolk, nello stato di New York, da Patricia Hickey, cantante lirica e vocal coach di origini irlandesi, e da Alfred Roy Carey, ingegnere aerospaziale afro-venezuelano. É la terzogenita della coppia. Ha due fratelli, Alison e Morgan, entrambi dieci anni più d lei.

 

La famiglia della madre non approva il matrimonio interrazziale e per questo Mariah non ha rapporti con la famiglia materna. L’etnia afro-sudamericana del padre è infatti motivo di discriminazione razziale, avversità e, a volte, persino di violenza, e influenzerà la vita dell’artista. I genitori divorziano quando Mariah ha solo tre anni e lei rimarrà affidata alla madre con i due fratelli. Successivamente, perderà i rapporti con il padre, mentre la madre la introduce e la istruisce al canto.

 

Mariah inizia a mostrare interesse per la musica e le discipline artistiche, nelle quali eccelle, alle superiori. Inizia a scrivere canzoni e a comporre musica, studia e lavora come cameriera in vari ristoranti. Di notte studia musica e realizza dei demo da presentare alle case discografiche, ma verrà sistematicamente rifiutata.

 

Fino a quando la “Columbia records” si accorge di lei e del suo range tonale, il più acuto dell’estensione umana; infatti, padroneggia, come pochi altri, il Whistle register, il registro vocale fischiato,  grazie agli insegnamenti della madre con la quale si esercitava e che imitava quando si esibiva nel repertorio del melodramma classico italiano, e per questo venne insignita di premi e considerata, dalla Guinness World Records, the “Songbird Supreme” (l’usignolo supremo).

 

E’ così che la casa discografica decide di investire un milione di dollari per promuovere il suo primo disco. L’intento era quello di mettere Mariah in competizione con Whitney Houston e con Madonna, che lavoravano con altre case discografiche. Con il suo primo album singolo Vision of Love, Mariah è al top delle classifiche per undici settimane consecutive, vincendo diversi premi e vendendo quindici milioni di copie.

 

 

La voce di Mariah Carey ha poi dominato la scena musicale pop internazionale per circa vent’anni. La cantante possiede un talento innato, che le consente di raggiungere le 5 ottave e di scendere a tonalità calde e soft. Queste caratteristiche uniche le hanno consentito di fornire un nuovo look alla musica pop. Grazie a lei e ai suoi super premiati dischi, il genere hip hop è stato vitalizzato e nobilitato, promosso al rango di musica di alta qualità.

 

Inutile dire che Mariah ha superato vari altri record nel mondo, tra cui quello per il maggior numero di dischi venduti: un’infinità.

 

Gli amori di Mariah Carey

Mariah Carey sposa il suo produttore Tommy Mottola nel Giugno del 1993. Lo aveva conosciuto nel 1988 ad una cena di gala e l’unione sentimentale e artistica tra i due si sarebbe rivelata decisiva per la carriera della cantante, che in breve diventerà un’icona internazionale della musica pop nella Columbia Records, la casa discografica gestita da Mottola. Dopo cinque anni sopraggiunge il divorzio. Mottola dichiara, in un suo libro del 2013, che la causa sarebbe imputabile all’antagonismo di Mariah nei confronti di Jennifer Lopez.  Il produttore, infatti, avrebbe desiderato per Jennifer Lopez una carriera analoga a quella di sua moglie. Per questo cedeva spesso alla cantante portoricana i progetti studiati con e per Mariah Carey.

 

Nel 1998 Mariah inizia una relazione con il cantante Luis Miguel. La fine del rapporto determina un crollo nervoso della cantante che verrà ricoverata in una clinica del Connecticut.

 

Nel 2008 Mariah Carey sposa il rapper e produttore afro-americano Nick Cannon. Dal matrimonio nascono due gemelli: Monroe e Moroccan. Purtroppo la coppia si separa nel 2014, rimanendo comunque in buoni rapporti per amore dei figli.

 

Successivamente Mariah si fidanza col magnate James Packer che, nel 2016, le dona un anello con diamante da 35 carati, del valore di sette milioni di euro. Passano pochi mesi e i due annunciano la separazione motivata, pare, dalle spese folli effettuate dalla cantante. La verità è che Mariah Carey avrebbe voluto raccontare la loro vita privata nel reality show tv Mariah’s World. Il tycoon James Packer, sentendosi troppo esposto, si sarebbe rifiutato, mandando a monte le nozze. La Carey tornata single ha, a sua volta, rifiutato di restituire l’anello di fidanzamento. Una piccola grande vendetta!

 

 

Abusi, infedeltà, dipendenze, razzismo. Mariah Carey ha deciso di parlare e mettere, nero su bianco, i suoi primi 50 anni, non tralasciando proprio nulla. La sua autobiografia, “The Meaning of Mariah Carey” ha fatto discutere, negli Stati Uniti, per settimane, complice l’intervista della cantante rilasciata a Oprah Winfrey (disponibile su Apple TV+), e la pubblicazione di alcuni stralci del memoir, anticipati dalla stampa. Ad emergere è stato un ritratto inedito, lontano da quello della Regina del Natale (così la chiamavano perché, immancabilmente, a Natale, arrivavano i suoi pezzi… un po’ come la versione maschile, il buon Bublé), diverso da quello della diva capricciosa abituata a lavarsi nel latte, come Cleopatra, e famosa per i suoi modi snob. Perché la maggior parte dei suoi ricordi d’infanzia riguardano risse, violenza, vacanze rovinate, droga ed alcuni, in particolare, sono alquanto inquietanti. “Da bambina avevo sviluppato l’istinto di percepire quando la violenza stava arrivando“, scrive la Carey, “riuscivo a capire quando le urla degli adulti avevano raggiunto un certo tono e una certa velocità, il che significava che dovevo mettermi al sicuro“.

 

 

Quando avevo 12 anni, mia sorella mi drogò con il Valium, mi offrì un mignolo pieno di cocaina, mi inflisse ustioni di terzo grado e cercò di vendermi a un protettore“: così inizia il primo spezzone letto da Oprah Winfrey, nella sua trasmissione; parole riferite al rapporto malato tra Mariah Carey e la sorella Alison Carey, 58 anni, con cui da anni non ha rapporti (idem con il fratello Morgan di 60 anni, ndr), confermato in parte dalle recenti vicende di cronaca. Un mese fa, infatti, come riportato dalla stampa americana, Alison ha citato in giudizio la madre, Patricia Hickey, accusandola di averla costretta ad avere rapporti quando era solo una bambina, traumi da cui ancora oggi non si sarebbe ripresa. Non serve indagare ulteriormente per capire dove stia la verità, visto il degrado che si respirava in casa Carey.

 

Perché Mariah è semplicemente Mariah: artista e imprenditrice totemica, monolitica e dalla privacy inaccessibile. Almeno fino a oggi. Con l’arrivo di questo suo memoir , ci svela i lati più nascosti, e dolorosi,  della sua vita.

Singer-songwriter Mariah Carey performs onstage at BET Honors 2014, at the Warner Theatre in Washington, February 8, 2014. REUTERS/Jose Luis Magana (UNITED STATES – Tags: ENTERTAINMENT )

 

Mariah Carey ha vissuto l’incubo della violenza domestica.

 

Nel libro Mariah racconta di come, a casa sua, le cose non andassero per niente bene. Il padre era un uomo violento e non era raro che i litigi con il fratello Morgan finissero con il lancio di oggetti. Ricorda numerosi alterchi fisici, tra cui quello di suo fratello che sbatteva sua madre contro un muro con tale forza da sembrare “come un vero sparo“. Carey, che allora aveva 6 anni, chiamò un amico di famiglia che, ovviamente, allertò la polizia: “Mio fratello ha ferito mia madre e sono a casa da sola. Per favore, venite ad aiutarmi“. Quando arrivarono gli agenti, uno di loro, guardandola dall’alto in basso, ma parlando con un altro poliziotto accanto a lui, disse: “Se questa ragazzina ce la farà, sarà un miracolo”. E quella notte – dice Mariah – sono diventata meno di una bambina e più di un miracolo.

 

Il racconto della vita turbolenta di Mariah continua senza sconti ed eufemismi: dai retroscena inquietanti legati al matrimonio con Tommy Mottola, produttore americano ed ex Presidente della Sony, di 21 anni più grande, definito “violento e manipolatore“, da lei sposato dopo una corte spietata e asfissiante con la speranza che “si calmasse e allentasse la morsa“, e di cui ricorda, principalmente, il suo “controllo paralizzante“, le battaglie per salvaguardare la sua salute mentale, con soggiorni in una ‘spa’, che funzionavano come un centro di detenzione minorile di alto livello.

 

“Anche adesso è difficile da spiegare, da mettere in parole come esistevo nella mia relazione con Tommy Mottola. Non è che non ci siano parole, è solo che si bloccano ancora, o scompaiono nello spessore della mia ansia”

Mariah racconta di essere stata spiata dal marito, giorno e notte, attraverso le telecamere di sicurezza della loro villa, e pedinata da uomini da lui ingaggiati. “Dovevo andare in silenzio in camera per cercare di scrivere le mie canzoni, quando dagli altoparlanti installati nella stanza arrivava puntuale la sua voce, che mi chiedeva ‘cosa stai facendo’?”. Una volta venne redarguita per aver incontrato una rapper senza chiedere il suo permesso. Mottola l’avrebbe anche obbligata a tacere riguardo la sua origine ispanica.

 

L’episodio più sconvolgente risale al 2014, periodo della loro separazione. Quando lei gli comunicò l’intenzione di lasciarlo lui prese un coltello da cucina e lo fece scorrere lungo la guancia di Mariah. “Ogni muscolo del viso mi si paralizzò, il corpo restò impietrito, smisi di respirare”. L’episodio sarebbe avvenuto alla presenza di due persone dello staff del marito. “I suoi ragazzi – si legge nel libro di Mariah Carey – guardarono senza fiatare, poi lui allontanò la lama. Io ero piena di rabbia per l’umiliazione che avevo subito, per questo spettacolo da vigliacco avvenuto in cucina. Per me fu l’ultimo show da prigioniera di Sing Sing”.

 

E aggiunge: “Non c’è mai stata una forte attrazione sessuale o fisica, ma, gli avevo dato il mio lavoro e la mia fiducia

 

Mariah incontra Lady D.

Mariah, poi, offre un tuffo profondo nei momenti e nei ricordi che hanno plasmato la sua vita e la sua carriera, svelando anche tutte le  interazioni personali che ha avuto nel corso degli anni. Tra quelle che hanno lasciato il segno, c’è anche la principessa Diana, la quale ha avuto un effetto non indifferente su di lei.

 

Lady Diana è stata una forte fonte d’ispirazione nella creazione del sontuoso abito da sposa di Vera Wang, che la cantante indossò al suo matrimonio con Tommy Mottola nel 1993. Non solo, il momento più importante che Mariah Carey ricorda è avvenuto a una festa a New York City,  nel lontano 1995, dove erano presenti entrambe.

 

Aveva quello sguardo – il terrore sordo di non essere mai lasciata sola che bruciava dietro i suoi occhi. Eravamo come degli animali agghindati alla moda ma entrambe messe all’angolo“.

 

Si sentivano entrambe messe all’angolo, in uno stato di costrizione indotto dall’esterno che escludeva ogni possibilità di decisione e movimento, e le costringeva a sottomettersi, senza scampo.

 

Mariah prosegue descrivendo, nel dettaglio, l’evoluzione dello sguardo del pubblico, di come si è trasformato, dall’invasiva cultura dei paparazzi della fine degli anni Novanta e dei primi anni Duemila, fino allo scenario critico moderno dei social media.

 

 

Mariah ha preso lezioni di affari dai Beatles.

 

La prima lezione di marketing che Mariah ha avuto è stata impartita nient’altro che dai Beatles. Mariah infatti ricorda di come, da giovane esordiente, avesse rifiutato di cedere i diritti di una sua canzone per la colonna sonora di un film. Il motivo? Poco prima aveva visto un documentario sulla storia dei Beatles in cui il quartetto di Liverpool aveva spiegato chiaramente di non aver mai ceduto i diritti su nessuno dei loro brani. E così Mariah ha fatto. Che sia davvero il segreto del suo successo?

 

Mariah ha sperimentato sulla sua pelle il razzismo

 

Mariah parla del razzismo, di cui anche lei è stata vittima, come una sorta di primo bacio al contrario: “Ogni volta è stato come se un pezzo della mia purezza venisse strappato via dal mio essere”. Tra i tanti racconti dolorosi, la soul star rievoca il giorno in cui, a quattro anni,  aveva disegnato la sua famiglia, colorando il padre con il pastello scuro, e la madre con l’incarnato chiaro. “Ma Mariah stai sbagliando il colore” le aveva detto la maestra ridendo di lei. La sua reazione di bambina le è rimasta impressa a fuoco nella memoria: Un miscuglio di autocoscienza e di imbarazzo iniziò a ribollire in me dai piedi alla faccia“.

 

Da bambina mi sono successe molte cose intense che le persone cresciute con i soldi o con famiglie che non erano completamente disfunzionali non capiranno mai del tutto. E poi essere birazziale, non sentirsi parte di nessuna razza e la mancanza di accettazione, ha portato la mia vita su altri livelli. Questo viaggio, tutta questa lotta con la mia identità è iniziata quando avevo tre o quattro anni ed è stata allora che ho iniziato a capire che non ero come tutti gli altri. Non mi sentivo di appartenere necessariamente ad una specifica ‘tribù’, perché non ero mai abbastanza di una cosa o di un’altra per la maggior parte delle persone. In particolare, quando pubblicai il mio primo album, le persone erano disorientate perché non sapevano come etichettarmi, come percepirmi.”

 

Mariah  ha affrontato insulti ripetitivamente,  mentre cresceva, sia nel suo quartiere che nella sua scuola. E, nemmeno nella vita adulta l’affronto sembrava fermarsi mai. Essere una donna mista, nel mondo spesso segregato degli anni ’90 delle classifiche pop bianche, e delle classifiche R&B nere, significava andare avanti e dover creare la propria strada verso il successo.”La verità è che non dirò mai di aver avuto la stessa esperienza di una donna dalla pelle più scura“, ha detto Carey, sottolineando il privilegio che può derivare da una pelle più chiara. Ma ha anche notato gli svantaggi che ha dovuto affrontare sin da quei primi giorni.

 

Avere una madre bianca, che ha subito molto razzismo perché sposata ad un uomo nero, essere costretta a vivere in quartieri bianchi e vergognarsi che, lì,  non vi sia nessuno di visibilmente nero  … mi ha spinta tante volte a desiderare di modificare me stessa“, ha detto. “Credimi, non sono entusiasta di avere sempre questa tonalità di pelle. … perché non so mai dove inserirmi se non come uno strano mutante bastardo, e, usando una frase antiquata che chiedo a nessun altro di usare mai più, come una ragazza mulatta. Non la sto nemmeno accettando, questa parola. È un modo orribile per definire qualcuno. In realtà significa “mulo”. Ho dovuto passare così tante cose durante la mia infanzia solo per sentirmi accettata e degna di esistere sulla Terra perché mi sentivo così diversa da tutti gli altri crescendo, perché ero birazziale, perché avevo un aspetto così ambiguo e perché non ce la facevamo economicamente “.

 

D’altro canto ha espresso anche il disagio di essere stata  “allontanata dal conforto del supporto e della protezione di alcune persone nere. Che è un tipo di dolore ancora più profondo“. E anche se non può cambiare il suo passato, può fare in modo che tutto ciò non si ripeta con i suoi figli, 9 anni.

 

Hanno stabilità”, ha detto. “Questo è quello che non avevo. … Capiscono di essere neri. Hanno un sacco di autostima, quell’autostima che io non ho mai avuto. E probabilmente non l’ho ancora adesso.”

 

Il  pregiudizio razziale è un problema che Mariah continua ad affrontare ancora oggi. Quando, per esempio,  pubblicò una foto di Colin Kaepernick sui social media, le persone di colore iniziarono  a fare commenti ignoranti sulla sua razza, ancora una volta, chiedendo che cosa ne sapesse dei problemi dei neri, visto che era bianca. La sua reazione è stata molto dura e difficile da gestire, perché il livello di ignoranza di chi ti chiama bianco, pur sapendo di avere un padre nero, rende arduo l’adagiarsi sul proprio essere birazziale. Ma, nonostante episodi di questo genere  continuino ad influenzare la vita di Mariah Carey, la sua forza d’animo e il suo successo dimostrano che è diventata una persona più forte nel lungo periodo.

 

Nel 1997, Mariah Carey fece sentire la voce sulla sua identità birazziale e sulla sensazione che aveva da tempo di non adattarsi completamente a nessuna razza, in una ballata chiamata “Outside“.

“È difficile da spiegare”, ha cantato. “Intrinsecamente è sempre stato strano / Né qui né là / Sempre un po ‘fuori posto ovunque / Ambiguo / Senza un senso di appartenenza al tatto / Da qualche parte a metà / Sentire che non c’è nessuno completamente uguale.”

 

 

Soffrire di disturbo polare II e nasconderlo per 17 anni.

 

Mariah ha anche sofferto di disturbo bipolare, che ha sempre tenuto nascosto e ha il sospetto che  la sua lotta con questo disturbo, derivi dalla crisi di identità con cui ha affrontato come bambina birazziale. Carey ritiene che la combinazione di essere birazziale e sperimentare il lato più oscuro della vita, l’abbia portata a sviluppare questa disfunzione. Lo ha tenuto nascosto perché non voleva portarsi dietro lo stigma di una malattia permanente che l’avrebbe macchiata a vita e, potenzialmente, avrebbe posto fine alla  sua carriera. … “Ero così terrorizzata di perdere tutto, e mi sono convinta che l’unico modo per affrontare questo era non affrontarlo. Fino a poco tempo fa vivevo nella negazione, nell’isolamento e nella costante paura che qualcuno mi smascherasse. Era un fardello troppo pesante da portare e semplicemente non potevo più farlo … Ho cercato e ricevuto cure, ho messo intorno a me persone positive e sono tornata a fare ciò che amo: scrivere canzoni e fare musica. Per quanto sia stato difficile, sapevo anche che era ora di condividere finalmente la mia storia, perché mi trovo davvero in un buon momento, dove mi sento a mio agio a discutere le mie lotte con il disturbo bipolare II. Spero che possiamo arrivare a un punto in cui la percezione dei propri problemi come stigma, venga rimossa in persone che affrontano qualsiasi cosa da sole. Può essere incredibilmente isolante. Non deve definirti e mi rifiuto di permettergli di definirmi o controllarmi.”

 

Per molto tempo ho pensato di avere un grave disturbo del sonno, ma non era normale insonnia e non stavo sveglia a contare le pecore. Lavoravo, lavoravo e lavoravo … Ero irritabile e avevo costantemente paura di deludere le persone. Stavo vivendo una forma di mania. Alla fine, sbattevo contro un muro. Immagino che i miei episodi depressivi fossero caratterizzati da un’energia molto bassa. Mi sentivo così sola e triste, persino colpevole di non poter fare quello che dovevo fare per la mia carriera “.

 

Mariah dice che, nonostante tutto, è orgogliosa di ciò che ora è e celebra il suo status di modello per altre persone  birazziali che si sentono sole e incomprese.

 

Mariah Carey e Derek Jeter

 

La consapevolezza di essere birazziale e l’accettazione.

Mariah Carey ha parlato della sua relazione con Derek Jeter, un ex giocatore di baseball statunitense, di padre afro-americano e madre di origine Inglese, tedesca e irlandese, capitano dei New York Yankees, con cui è uscita alla fine degli anni Novanta, prima di divorziare da Tommy Mottola. Lei ha sempre dichiarato che Derek ha servito uno scopo molto elevato, nella tua vita, e cioè era un  “catalizzatore” che l’ha aiutata ad uscire da quella relazione distruttiva che viveva con Mottola, e, vedere qualcuno che aveva radici simili alle sue, ma una vita familiare stabile, l’ha decisamente aiutata.

 

Era sì la situazione razziale – sua madre è irlandese, suo padre è nero – ma era anche molto ambiguo nei miei confronti. Non sapevo chi fosse. Credo fosse stato un catalizzatore e che fosse bellissimo, come bellissima era la sua  famiglia sana. Hanno cambiato il mio punto di vista, facendomi capire quanto salutare era vedere una famiglia funzionale, che, fondamentalmente somigliava alla mia, ma non era come la mia. Un uomo che stava vivendo  e svolgendo, felicemente,  il lavoro dei suoi sogni. Credo che ci siamo collegati in questo modo.

 

L’importanza dell’amore incondizionato.

 

Carey ha sottolineato come i suoi figli e i fan le abbiano insegnato l’amore incondizionato e l’hanno aiutata ad andare avanti, nonostante le ferite del passato.

Mi aiutano a guarirmi ogni giorno. Ogni volta che ho, con i miei figli, un momento che sembra reale, autentico e genuino, sono loro che mi amano incondizionatamente. I miei fan sono stati gli unici da cui sentivo di ricevere amore incondizionato … avevo questa connessione in un modo che le persone si sentono come se ti conoscessero, i miei fan si sentono davvero come se fossero gli unici che mi hanno mai conosciuto. Mi sento così.

 

 

 

@Wizzy, Afro Bodhisattva, Entrepreneur, Multipotentialite Wantrepreneur, Physical Anthropologist, Freelance researcher of African Studies, culture, tradition and heritage, CEO Dolomite Aggregates LTD and Founder IG MBA Métissage Boss Academy ,  MBA Metissage & Métissage SangueMisto. 

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