Storie Mixed: diventare Re in un’Isola di Cannibali

Carl-Emil Pettersson e la principessa Singdo-Misse: probabilmente la famiglia Mixed più insolita di sempre.

 

Ci sono storie che si sono sbiadite nella notte dei tempi ma che, per l’intensità della loro narrazione, immancabilmente ritornano nei nostri ricordi. Ed è la storia che oggi vi racconto, memore delle letture d’infanzia e della passione di mio padre nel rimarcare il vigore e l’aspetto intranpredente dei personaggi più dinamici ed energici delle storie che quotidianamente mi rifilava, prima di concedermi alle braccia di Orfeo. Vorrei sottolineare come il mio vecchio avesse già un grandissimo occhio di riguardo nel selezionare storie che rappresentassero la nostra famiglia Mixed e che mi desse la reale percezione di cosa significassero le parole diversità, unicità, distintività e differenze. Non posso che espandere ancora, per l’ennessima volta, l’immensa gratitudine per la sua lungimiranza.

 

Il giorno di Natale del 1904, Carl Emil Pettersson si trovò ad un bivio: o sarebbe stato mangiato da cannibali affamati o sarebbe diventato un membro del popolo dell’Isola di Tabar. Fortunatamente, per lui, le cose presero una piega inaspettata e condusse una vita piuttosto straordinaria.

 

Carl-Emil Pettersson era figlio di un contadino e di un insegnante. Nacque il 10 ottobre 1875, in un comune rurale della zona di Sollentuna, in Svezia. In quel periodo, le attività navali svedesi si stavano espandendo rapidamente e vi fu un notevole aumento del commercio via mare. I mercanti svedesi ebbero l’opportunità di salpare da e per tutto il mondo navigando attraverso il Mar Baltico, arrivando fino al Pacifico meridionale e all’Oceania, una parte del mondo caratterizzata da innumerevoli isole.

 

Intorno ai 17 anni Pettersson andò per mare. Decise di rischiare per poter trovare un lavoro stabile e si imbarcò su una nave mercantile, unendosi all’equipaggio nel 1892. Una carriera con la Neuguinea-Compagnie tedesca gli cambiò la vita per sempre. Nessuno seppe più nulla di lui se non quando riapparve quindici (!) anni dopo, nel 1907, con una nuova identità.

 

La storia che raccontò fu davvero straordinaria, per non dire altro, sempre a bordo di diverse navi mercantili che hanno navigato nell’Oceano Pacifico.

 

Durante il reclutamento tra le isole della Papua Nuova Guinea a bordo della Herzog Johan Albrecht, nel dicembre 1904, la nave affondò. Poteva essere la sua fine. Invece sopravvisse, raggiunse e si arenò sulla riva di quella che sarebbe diventata nota come l’isola di Tabar, una delle centinaia di isole che oggi compongono la nazione insulare.

 

 

Trovandosi sotto un cespuglio di ibisco e circondato da un discreto numero di persone del posto, Pettersson sapeva di essere nei guai poiché i Tabar erano noti per praticare il cannibalismo. In effetti non avevano proprio un’aria rassicurante, quando venne scoperto, ma Pettersson li convinse a portarlo ad incontrare il loro sovrano, re Lamry. Si dice che riuscì a stuzzicare la curiosità dei cannibali ostili, piuttosto che la loro fame poichè accettarono la sua richiesta semplicemente perché non avevano mai visto qualcuno con gli occhi azzurri e luminosi come i suoi ed i capelli biondi.

 

 

Al cospetto del loro re Lamry, Pettersson spiegò che avrebbe potuto renderlo ricco se solo gli avesse dato la possibilità di dimostrare come. Il trucco era sfruttare il clima e il suolo favorevoli dell’isola per produrre noci di cocco da commerciare poi all’ingrosso.

 

 

E così, King Lamry mise alla prova Pettersson permettendogli di cimentarsi nel trasformare Tabar, da un’isola cannibale in una di piantagioni di cocco che chiamò Teripax. L’intraprendente rivoluzione dell’economia di Tabar da parte di Pettersson non solo piacque e impressionò il re Lamry, ma colpì anche sua figlia, la principessa Singdo-Misse. Presto il marinaio svedese e la principessa dell’isola si innamorarono perdutamente e il padre Re non poté far altro che benedire quell’unione, che fruttò la bellezza di 9 nove figli. Pettersson usò i proventi del suo matrimonio per espandere la piantagione di cocco e commerciare in copra, la polpa essiccata del seme di cocco.

 

 

Quando re Lamry morì, fu naturale fosse suo genero Carl-Emil Pettersson, a succedergli, dal momento che Singdo-Misse era la sua unica figlia. Fu così nominato il re Svedese della Tribù di Tabar. Nel corso degli anni, Pettersson tornò, di tanto in tanto in Svezia, per commerciare e raccontare storie della sua “isola cannibale“. Il nuovo sovrano fu affettuosamente soprannominato “dai suoi sudditi “Strong Charley“, dando l’idea di un uomo corpulento e forte. Pettersson era molto rispettoso delle usanze locali e mostrava preoccupazione per i suoi dipendenti, cosa insolita all’epoca. Era quindi molto popolare tra la gente del posto. Acquisì, poi, altre due piantagioni, Maragon sull’isola di Simberi e Londolovit sulle isole del gruppo di Lihir.

 

 

Pettersson non divenne famoso fino al 1913, quando il diplomatico svedese conte Brigen Moerner visitò Tabar e scattò foto del marinaio svedese e della sua famiglia in crescita, che furono poi pubblicate e raccontate, una volta ritornato in patria.

 

Sorprendentemente, Mörner sembrava essere più interessato alla storia di Singdo, anche se i giornali svedesi che riportavano la storia erano più interessati alla storia di questo marinaio naufrago che riuscì non solo a sopravvivere al suo incontro con la tribù Tabar, ma anche a raggiungere la posizione del re della tribù dei Tabar. In un periodo relativamente breve, “Strong Charley” divenne famoso in Svezia. Si teneva regolarmente in contatto con gli editori svedesi, il che gli permise di mantenere una buona reputazione pubblica, nonostante fosse dall’altra parte del mondo.

 

 

 

Purtroppo, la sua vita sull’isola di Tabar prese una svolta tragica nel 1921, quando sua moglie morì durante il parto del nono figlio, perdendolo. Pettersson con un mucchio di bambini e nessuno che si prendesse cura di loro, tornò in Svezia per trovare una moglie adatta che potesse sposare e riportare nella sua isola e nei boschi di cocco.

 

 

I giornali svedesi lo trattavano come se fosse un reale, con titoli che si riferivano al re Carlo I  o come il “principe Pettersson”. Incontrò e sposò, nel 1923, Jessie Simpson, che divenne nota come la regina Pettersson.

 

 

Nello stesso anno la coppia tornò sull’isola di Tabar, ma l’impero del cocco si stava sgretolando e, per finire, entrambi si ammalarono di malaria. Vicini al fallimento, Pettersson e Jessie cercarono di rivitalizzare le piantagioni, ma tra un mercato in crisi e cattivi investimenti, non ci riuscirono. A un certo punto sembrava che questa disgrazia fosse stata compensata dal fatto che Pettersson avesse scoperto un’abbondanza di oro nelle sue terre e questo giacimento delle isole Tabar pare sia, tuttora, uno dei più grandi al mondo. Ma non bastò.

 

 

Jessie morì di cancro a Stoccolma nel 1935, quando tornò in città per cure mediche. Lo stesso Pettersson morì di infarto a Sydney, in Australia, due anni dopo aver scoperto le riserve auree, nonostante i suoi sforzi iniziali per tenerle nascoste. Pettersson e la sua vita piena di azione giunsero ad un tragico epilogo.

 

 

Le prime storie di Pettersson furono pubblicate l’anno successivo, nel 1914, e presentavano avventure frenetiche con squali, marinai e pirati. La storia del marinaio svedese che viaggiò in alto mare e regnò su una lontana isola ispirò un’autrice svedese, Astrid Lindgren, creatrice di Pippi Calzelunghe. Proprio come Pettersson governava un’isola lontana, anche l’intraprendente padre di Pippi Calzelunghe, Ephraim Longstocking,  navigava in alto mare e governava da re un’isola lontana.

 

 

Pubblicando oltre 15 libri su Pippi, una volta finita la seconda guerra mondiale, molti bambini sono cresciuti con i suoi racconti e le sue avventure e la sua ricerca del padre naufrago, Efraim.

 

 

 

 

 

Luisa Wizzy Casagrande, Biracial, Bicultural, Mixed & Matched with an Italian and Nigerian Heritage. Sono un’imprenditrice seriale, multidimensionale e poliedrica,  con molti interessi e innumerevoli passioni. Non sono programmata per fare solo una cosa nella vita.

Ho una formazione in Antropologia Biologica, Co-Fondatrice e CVO di DOLOMITES AGGREGATES LINK NIG. LTD, investitrice, ricercatrice freelance di studi, cultura, tradizione e patrimonio africani, e fondatrice di Métissage Sangue Misto & Métissage Dynamics© WebMag  e Lounge Community riservata. Oltre all’Azienda Mineraria, mi occupo di Consulenza sulla Diversità Culturale e Developmental Mentoring, sviluppando programmi di mentoring one-to-one, tagliati su misura per singoli individui, Istituzioni Scolastiche, Organizzazioni Multiculturali e Aziende.

 

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