You don’t have to agree on everything to be friends.
Puoi continuare ad essere amico di chi non la pensa esattamente come te in importanti temi e valori della vita? Certo che sì. Soprattutto se ambedue siete d’accordo di non essere d’accordo nelle discussioni.
Ho trascorso lo scorso fine settimana rilassandomi con vecchi amici. E’ stata una settimana molto intensa ed abbiamo avuto un sacco di tempo per recuperare le energie perse in quest’ultimo periodo. Nel corso del fine settimana, abbiamo scoperto quanto siamo cambiati in questi due mesi di sessantena. Viviamo vite molto diverse e sosteniamo visioni molto diverse – direi persino opposte – su religione, politica e vita in generale. Ma questo non ci ha impedito di trascorrere un fantastico weekend. Né avrebbe dovuto. Pochi amici concordano su tutto, ma possiamo – e dovremmo – essere disposti a fare amicizia con persone che hanno convinzioni diverse e provengono da ambienti diversi.
Ho riflettuto molto su questo tema, spinta anche dalle varie vicissitudini accadute nel web e nei social, in questa periodo di isolamento, dove i picchi di aggressività sono aumentati in modo decisamente anomalo.
E’ chiaro che il fatto che se io non sono d’accordo con te, non significa che ti odi. Dobbiamo farne un punto focale, nel modo di vivere in questo social e nella vita in generale. Succede che si hanno discussioni molto accese; succede che più le discussioni sono accese, più grandi sono le incomprensioni ed i litigi. Alla fine della fiera non finisci da nessuna parte, senza essere riuscito a far cambiare le idee all’altra persona, né ad aver portato un qualche cosa di positivo a tutta la discussione. Non sarebbe meglio imparare ad accettare i diversi punti di vista e cercare di coesistere in armonia? Non è facile! Sicuro! Perché non tutti la pensano come te; non tutti sanno le cose che sai te; non tutti credono alle stesse cose in cui credi tu e nemmeno agiscono come agisci tu. Ci rifugiamo sempre in rapporti apparentemente sicuri, perché scegliamo di avere amici con le stesse idee, le stesse visioni e gli stessi modi di agire. Ma ci si perde tutto il resto. Puoi decidere di accettare o rifiutare le idee degli altri e chiuderla lì. Oppure, sempre se ti accorgi di avere davanti una persona sufficientemente intelligente, che riesce ad argomentare educatamente con te, senza indiavolarsi, o essere troppo emotivo ed istintivo, scoprirai che potresti imparare qualcosa di nuovo.
Non c’è bisogno di alzare la voce, né di essere offensivi e nemmeno di arrabbiarsi. Ci si capisce al volo perché è convinzione comune che capire porta alla tolleranza ed è ciò di cui abbiamo bisogno in questi social, e nella vita in generale. Chi mi ha cancellata dalla propria vita, bloccata sui social, o, peggio, insultata dietro le spalle (vigliaccheria di primo ordine) non merita altro che soggiacere nella propria miseria e nel proprio rancore per un complesso di inferiorità che gli rode l’anima più di qualsiasi tipo di confronto. Non è un argomento su cui vado a sindacare, perchè già di per sè, è insignificante nella sua meschinità. E sta bene così. Ciò in cui, invece, ho riflettuto molto, è il fatto che abbiamo tutti valori così importanti per noi da non poter essere INTIMAMENTE amici con chi crede a valori opposti ai nostri. Ma per essere amici non è necessario essere d’accordo su tutto. Per essere amici ci vuole un rispetto reciproco di fondo.
Come detto prima, mantenere queste le amicizie è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto se riteniamo che le opinioni dell’altra persona siano spiacevoli o offensive. Ma è possibile!!! Il segreto per rimanere amici con qualcuno con cui non si è d’accordo, sta nel nostro atteggiamento reciproco. Innanzitutto ci vuole un’ attitudine di umiltà intellettuale, cioè la consapevolezza dei nostri limiti e fallibilità intellettuali, volontà di considerare nuove idee e di avere buone amicizie. Ognuno di noi ha probabilmente parlato con qualcuno a cui manca l’umiltà intellettuale. Questo tipo di persona è facile da fiutare. Di fronte a una visione opposta, reagisce in due modi: opprime il suo avversario in sottomissione o si ritira in un silenzio gelido e condiscendente. Ad ogni modo, una persona priva di umiltà intellettuale non può gestire nessuno che metta in discussione le proprie convinzioni (spesso tenacemente sostenute).
D’altra parte, è un piacere discutere con la persona intellettualmente umile. Sebbene non comprometta le sue convinzioni per accomodare gli altri, prenderà sul serio le loro credenze. E’ interessato a trovare la verità e cambierà prontamente idea se può essere smentito.
È facile capire perché questa virtù sia necessaria in un rapporto di buona amicizia. Anche il minimo disaccordo interromperà l’amicizia con qualcuno che non ha umiltà intellettuale. D’altro canto, gli amici intellettualmente umili ascolteranno anche le teorie più eccentriche e le soppeseranno equamente, il che consente all’amicizia di prosperare anche tra persone con credenze diverse.
Aggiungerei, poi, un’attitudine di amore fraterno. Uso il concetto di amore fraterno per descrivere la buona volontà generale tra amici, ma potrebbe anche essere definita umanità o benevolenza. Consiste nel vedere e amare il bene in un’altra persona. L’amore fraterno svolge un ruolo fondamentale nel preservare un’amicizia tra due persone che non sono d’accordo. Ad esempio, se due persone non sono d’accordo sui temi del veganesimo, è spaventosamente facile entrare in un impeto di rabbia, accusare l’altro di ingiustizia e scatenarsi. Ma l’amore fraterno impedisce questo tipo di reazione tra amici. Invece di arrabbiarsi, gli amici si danno reciprocamente il beneficio del dubbio a causa della loro reciproca buona volontà. Si sforzano di vedere il bene nelle opinioni del loro amico. E anche se trovano i pensieri dei loro amici sbagliati o offensivi, si prendono il tempo per indagare sul perché mantengono queste idee. Attaccherei a questa concetto l’idea del “Nessun vincitore, tutti vincitori”, cioè per imparare a discutere bene, dobbiamo spostare il focus su un obiettivo comune. Nessuno deve vincere: la vittoria è di tutti se l’obiettivo è raggiunto. La priorità quindi è un’altra: l’orgoglio personale è sostituito dall’interesse di tutti. Il consenso non è più un metro di giudizio: non è detto che chi riscuote più consenso sia davvero quello che ha le idee migliori.
Ascoltare l’altro ed approfondire le sue opinioni, senza, necessariamente, farla propria, è un altro atteggiamento fondamentale. In un’ atmosfera distesa, nessuno giudica o condanna nessuno. Un buon confronto tiene conto delle relazioni tra le parti: abbiamo a che fare con amici, conoscenti, persone con cui condividiamo la vita quotidiana, o con persone con cui potremmo avere un rapporto in futuro. E’ importante prestare attenzione da ambedue le parti, soprattutto se abbiamo a cuore il rapporto con l’altro, perché anche la migliore argomentazione perde senso se nessuno le ascolta. Le relazioni conflittuali portano a discussioni più aspre e violente: meglio risolvere prima tutte le questioni personali, ricucire le ferite e poi passare a chiarire altri argomenti. Solo così possiamo superare gli ostacoli comunicativi che portano alla débâcle totale. Ascoltare l’altro significa anche informarci sulla cultura di appartenenza delle persone che vogliamo affrontare: è imperativo fare qualche domanda e interessarsi sinceramente agli aspetti culturali dell’altro, perché hanno diretto impatto su come le persone pensano e interpretano la realtà. Dobbiamo imparare a confrontarci con diverse visioni del mondo, il che, succo del discorso, dobbiamo sforzarci di tenere sempre una mente aperta.
Fondamentale è anche disfarsi della propria paura di essere vulnerabili e fragili. Spesso ci confrontiamo solo con persone che la pensano come noi, ci chiudiamo in gruppi Facebook che parlano solo delle nostre idee, leggiamo esclusivamente news che confermino le nostre credenze. Il tutto perché abbiamo troppa paura di essere vulnerabili. Così facendo, però, non cresceremo mai, non avremo modo di conoscere punti di vista più rivoluzionari, ci precludiamo la possibilità di frequentare gente interessante. Uscire dal guscio aiuta il progresso, nostro e di tutti, diceva qualcuno: incoraggiamo, allora, il cambiamento nella nostra vita! La storia insegna: basta una piccola miccia per far esplodere una vera rivoluzione culturale. Ma come iniziare il discorso con persone che la pensano diversamente da noi? Il modo migliore è quello di partire cercando punti in comune. Ne troveremo più di quanti pensiamo e creeremo un senso di fiducia che permette un confronto costruttivo.
Infine, concluderei con il concetto di rispetto per l’individuo. Se desideriamo essere amici di persone con cui non siamo d’accordo, dobbiamo anche riconoscere il loro carattere individuale. Può essere terribilmente facile pensare di sapere tutto di una persona solo conoscendone la razza, le tendenze politiche, la religione o l’orientamento. Ma anche se conosciamo questi dettagli su una persona, li conosciamo davvero?
Dire che conosciamo una persona solo perché conosciamo alcuni dettagli demografici è come dire che so esattamente com’è la Nigeria solo perché posso elencare alcuni fatti sul paese. Ovviamente, NON so quasi nulla della Nigeria rispetto a qualcuno che vive lì.
Allo stesso modo, non possiamo pretendere di conoscere una persona a meno che non trascorriamo del tempo con lei e la conosciamo. Anche se conosciamo le sue tendenze politiche, sappiamo perché si appoggiano in quel modo a quel gruppo politico? E se provengono da un’etnia diversa dalla nostra, sappiamo quanto è cresciuto con quel background?
A maggiorn ragione, l’amicizia è tra due persone. Se guardiamo le persone come se fossero solo la somma di alcuni dettagli generali, non le consideriamo come persone e non potremo mai essere loro amici. Ma imparando di più sui loro pensieri, motivazioni, domande e storie, iniziamo a vederli così come sono. Conoscere una persona in questo modo è il fondamento di una buona amicizia.
Non posso fare a meno di sorprendermi quanto importante questo impegno sia diventato, tanto che, negli Usa è nato il progetto Better Arguments Project, una partnership tra l’ “Aspen Institute Citizenship”, l’ “American Identity Program”, “Facing History and Ourselves”e la “The Allstate Corporation”: parliamo di una nuova iniziativa civica, a livello nazionale (americana), creata per aiutare a superare le divisioni ideologiche. Cambiare idea non è obbligatorio: si tratta solo di imparare a confrontarsi nel modo più corretto.
L’idea di base è semplice: più sappiamo di cosa parliamo e meglio argomentiamo le nostre posizioni, più costruttivo sarà il confronto con il prossimo.
Ricordiamoci sempre che siamo tutti umani, tutti con background diversi, tutti con vite più o meno complicate, tutti in cerca di un futuro migliore.
Quindi, gente, smettiamola di incolpare il mondo, il karma, l’intero universo della nostra incapacità di interagire, con relativa calma, con gli altri e di assumercene la responsabilità. Verifichiamo se abbiamo incluso, nei picchi più alti di una discussione, tutti quegli atteggiamenti che aiutano a stemperare l’aggressività e la rabbia inutile e che aiutano a mantenere un rapporto sereno, nonostante le profonde differenze di opinioni.
Se poi ci troviamo INEVITABILMENTE dinnanzi a persone di cui non ci importa una cippa, conflittuali, negative, tossiche, che, con troppa facilità e frequenza ci danneggiano e violano la nostra pace, che criticano eccessivamente, che spettegolano ad libitum, che protestano a random e che tergiversano la realtà quando fa loro comodo, causando discussioni fra persone che magari prima erano in armonia … ; persone che hanno una speciale propensione allo scontro e, sembra che il più delle volte ricerchino un’esplosione, senza considerare i propri pensieri, opinioni, emozioni e comportamenti, così come i nostri ….. sappiate che, probabilmente, non sono un pozzo profondo di malvagità, che non hanno nulla di personale nei nostri confronti, ma, è invece possibile che stiano conducendo un’importante battaglia con loro stesse. Allora, in questi casi al limite, cerchiamo, sì, di distanziarci emotivamente, impedendo alla loro negatività di assorbirci, ma cerchiamo di guardare la situazione in prospettiva, evitando di interiorizzare i loro attacchi e farci trascinare dai loro tormenti. Consideriamo il fatto che ogni persona dà agli altri ciò che ha dentro e siamo noi a dare valore alle loro opinioni e azioni; non esistono offese senza offesi. Abbiamo tutte le armi in dotazione per difenderci dagli attacchi gratuiti e sono: la presa di distanza, la comprensione e la capacità di ignorare l’irrilevante. Il problema non è di chi ferisce, ma di chi risponde ripetutamente a tali attacchi. Possiamo scegliere se farci scrollare da addosso le parole o, al contrario, imprimerle dentro di noi, avvelenandoci.
Ricordatevi solo quella bella storiella Zen in cui il maestro chiede agli alunni:
– “Qualcuno arriva da voi con un regalo e non lo accettate, a chi spetta?. Uno degli alunni risponde:
– “A chi ha cercato di consegnarlo”
– “Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti” – dice il maestro. “Quando non si accettano, continuano a d appartenere a chi li portava con sé”.
Buon inizio settimana e buona riapertura a tutti!
@Wizzy, Afro Bodhisattva, Entrepreneur, Physical Anthropologist, Freelance researcher of African Studies, culture, tradition and heritage, CEO Dolomite Aggregates LTD and Founder MBA Métissage Boss Academy . & Métissage SangueMisto.