Gli anni dell’infanzia segnano, e ti segnano indelebilmente. Ti segnano soprattutto se sei una bambina. Una bambina sensibile e sognatrice. Una di quelle che vedono sempre il lato positivo della vita.
Una di quelle che, magari, crede che il mondo sia un posto bellissimo, privo di cattiveria e di ingiustizie. Una di quelle che, purtroppo, qualcuno ha fatto deluso e fatto soffrire.
I rapporti con coloro che ci crescono possono essere difficili durante la fase dell’infanzia. Alcuni genitori non vogliono o non riescono a rapportarsi correttamente con i loro figli, soprattutto, quando questi figli sono troppo diversi da loro.
Il mestiere del genitore è il mestiere più difficile. Cresci una bambina pensando di sapere cosa sia più giusto per lei. Spesso la cresci con rigore e fermezza, credendo che la vecchia scuola sia la migliore nell’educazione di un figlio.
Altre volte adotti le regole con cui hanno cresciuto te, quelle regole che, magari, da bambino contestavi, ma che, adesso che sei adulto e genitore, sono le uniche regole che conosci per cercare di barcamenarti in questo ruolo terribile e meraviglioso che è quello dei genitore.
Una bambina che ha sofferto sarà una donna troppo empatica, troppo comprensiva, troppo propensa all’amore per gli altri piuttosto che a quello per se stessa.
Nella maggior parte dei casi crescere con genitori troppo severi, crea dei solchi incolmabili nella personalità di una bambina troppo sensibile.
L’eccessiva rigidità di un genitore viene spesso interpretata come una mancanza di affetto da parte loro. E, una bambina che non si sente amata, diventerà una donna insicura.
L’insicurezza di una donna la condizionerà per tutta la vita, nel lavoro, nelle amicizie, nelle relazioni con un uomo. Tenderà sempre a ricercare quel qualcosa o qualcuno che riempia il vuoto che sente dentro. Quella falla nella sua autostima che le impedisce di rendersi conto di che donna meravigliosa sia.
Source: Dal web – Il viaggio è nella testa