Colorismo, Code-Switching, and Shapeshifting: letture sull’identità Bi-razziale

23 Consigli di lettura per scoprire meglio il mondo MIXED

 

 

Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno introdotto alla lettura di libri “diversi” sin dalla mia tenera età e questo mi ha permesso di sentirmi (molto raramente) meno fuori posto in un Paese in cui la razza bianca era così strettamente legata alla cultura, alla comunità e all’appartenenza. Quando arrivai in Italia, all’età di 8 anni, ero già discretamente preparata a ciò che potevo trovare, e cioè un contesto completamente a digiuno sulle persone di colore diverso dal bianco. Era la metà degli anni ’70 e scoprire che vi era un luogo dove tutti erano dello stesso colore, della stessa lingua e delle stesse tradizioni non mi ha per nulla trovata impreparata. Ma ho continuato a leggere e a cercare libri, storie e racconti che potessero continuare a rappresentare quell’ambiente che avevo lasciato alle spalle e che tanto mi mancava. Contemporaneamente leggevo libri che esploravano anche la strana sensazione di essere un’altra parte di sé stessi, che mi aiutavano a scavare la complessità, le prospettive, le incoerenze ed i paradossi dell’avere una doppia cultura ed essere bi-razziale.

 

Ciò che questi libri avevano (e hanno tutt’ora) in comune è che si sforzano di affrontare l’identità come qualcosa che va oltre il colore della pelle. È una prospettiva a cui molti individui Mixed tendono, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che c’è una parte della nostra identità che sarà sempre legata e surrogata all’elemento razziale.

 

Quindi continuo a leggere questi libri, quelli che esplorano le esperienze quotidiane e filosofiche dell’essere multirazziale/multiculturale/multietnico. Lo faccio per il conforto dell’alterità condivisa, ma anche per vedere cosa ci rende uguali a tutti gli altri.

 

 

Nel tempo, qui su Métissage Sangue Misto, vi ho proposto spesso libri che mostrano una visione diversa dell’identità razziale e dell’identità stessa in tutta la sua disordinata e indefinita gloria. Oggi, vi aggiorno su alcune letture più nuove che portano con sé tanto valore e tanta significanza sulla ricchezza e privilegio della maggior parte di noi Mixed. Sono tutti libri in Inglese, qualcuno tradotto anche in Italiano, ma trovo che leggerli in lingua originale vi possa dare maggiormente il senso della nostra esperienza, soprattutto se avete l’abilità di leggere tra e righe e relazionarvi con i protagonisti delle narrazioni.

 

 

Le opere che seguono sono degne di nota perché il viaggio dei loro personaggi meticci ci dice qualcosa su noi stessi e sul luogo in cui vogliamo sentirci a casa: la nostra pelle. E, cosa forse ancora più importante, ci rendono consapevoli di dove tracciamo confini che sono del tutto suscettibili di essere cancellati: una scoperta che porta all’apertura di un mondo, e non alla chiusura di porte.

 

Biracial Britain: il  libro di Remi Adekoya, qui intervistato per Métissage Sangue Misto.

 

Questo è uno dei miei libri “must” sul tema. Trovate un ampia ed esaustiva recensione qui su Métissage Sangue Misto ed una bellissima chiacchierata tra me e Remi per voi Métissagers sul canale YouTube di Métissage nella sezione “Hand us over the mic”.

Posso però anticiparvi che Biracial Britain è un libro che, attraverso le esperienze dirette dei protagonisti e delle protagoniste delle sue interviste, mostra quanto siano migliorati gli atteggiamenti sociali dei Mixed. C’è un importante trattato sull’esperienza così com’è esistita fino ad oggi: non una guida di auto-aiuto, ma una grande profusione di saggezza da raccogliere dai racconti contenuti in esso. Il libro si  suddivide in tre parti: “Between Black And White“, “Mixed In BritAsia” e “Mixed Other” – ciascuna parte con dei sottocapitoli. Ciò consente di concentrarsi sul razzismo che non è esclusivamente un problema bianco-nero, ma anche situazioni in cui entrano in gioco anche problemi patriarcali, gerarchici e tribali.

 

 

 

 

 

Born a Crime, Trevor Noah

 

Boys II Men, le marachelle dell’infanzia e i combattimenti di strada si affiancano all’apartheid in questo libro di memorie del conduttore del Daily Show Trevor Noah. Dal titolo in poi, l’autore dipinge un quadro vivido della sua crescita birazziale in Sudafrica, quando le relazioni sessuali tra bianchi e neri erano illegali.

 

 

 

 

Lydia Maria Child, The Quadroons

 

Nei giorni politicamente controversi della metà del 1800, la nota scrittrice e abolizionista Lydia Maria Child pubblicò un racconto, The Quadroons, in cui una ragazza di nome Xarifa scopre il suo patrimonio meticcio, viene venduta come schiava e si suicida dopo essere stata violentata dal suo nuovo padrone. Child conclude la storia con queste frasi impegnative: “Lettore, ti lamenti che ho scritto una fiction? Credimi, scene come queste non sono infrequenti al Sud“.

 

 

L’autrice intendeva conficcare un paletto nel cuore della schiavitù, ma con la morte di Xarifa ha anche dato vita a una nuova entità caratterizzata da presupposti e limiti propri: il tropo del mulatto tragico . Il termine mulatto a cui si riferisce questo libro, derivato dalla parola spagnola per piccolo mulo, che a sua volta è un incrocio tra un cavallo e un asino, un tempo descriveva una persona con genitori di razza diversa (ma ci sono altri significati per questa parola).

 

 

La tragedia dell’esistenza del mulatto derivava dal fatto di essere stato esiliato dalla società bianca dopo aver appreso la sua discendenza o di aver scelto di passare per bianco e di aver deciso di tagliare i ponti con i suoi parenti neri. La gravità di questi problemi spesso lasciava ai personaggi la sensazione di non appartenere a nessun luogo e il suicidio diventava spesso la loro scelta finale.

 

 

Oggi  mulatto è una parola ritenuta offensiva e superata da parecchie persone, e “tragico” non è l’esito scontato in un mondo in cui personaggi come l’ex presidente Barack Obama, il vicepresidente Kamala Harris e il quarterback Patrick Mahomes, vincitore del Super Bowl, sono celebrati per tutti gli aspetti delle loro diverse origini. Ma “celebrato” o addirittura “accettato” non significa che non si debba lottare: basti pensare a Colin Kapernick o a Meghan Markle, la duchessa di Sussex. La società non riesce ancora a capire “entrambi e“, e la domanda “Cosa sei?” persiste.

 

 

E mi chiedo che aspetto abbia questa lotta oggi che la parola “inclusione” è diventata il tormentone di molte organizzazioni. Le aziende vogliono costruire una cultura di inclusione sul posto di lavoro. Le università vogliono che gli studenti sentano di appartenere al loro campus.

 

 

 

L’appartenenza è, di fatto, un bisogno umano. Gli individui vogliono appartenere a un gruppo più ampio, sentirsi collegati a un’entità più grande. Ma questo significa che ci saranno sempre dei confini che dovranno essere superati o lasciati indietro? Come sarebbe se sapessimo appartenere prima di tutto a noi stessi? Solo la narrazione di nuove storie ci permetterà di esplorare le risposte e, forse, di fornire un’autorità a personaggi che prima non avevano scelta.

 

 

 

 

 

 

Mixed/Other, Natalie Morris

 

In questo libro che già vi avevo proposto la recensione, Natalie intervista più di 50 britannici misti di tutte le età, con diverse origini etniche, provenienti da tutto il paese ed esplora com’è essere di origini miste in Gran Bretagna oggi.

 

Il libro è senza dubbio molto intelligente perché ha permesso uno sguardo reale ed accessibile su come viene percepita la razza nel Regno Unito e sottolinea il fatto che l’esperienza di ognuno sia diversa, specialmente quando l’aspetto esteriore è sotto costante controllo, dai media, dal luogo di lavoro e persino dagli amici. Lo ha fatto con scrupolosa attenzione (anche se spesso ripetitiva) poiché ha intrecciato le proprie esperienze con quelle di altre persone nel Regno Unito, usando un linguaggio mirato, scegliendo deliberatamente alcune parole, pur sapendo che sono passabili di cambiamento nel tempo.  Ciò evidenzia quanto possa essere diversa l’esperienza di ognuno, nonostante sia legata a esperienze familiari di razzismo, profiling o micro aggressioni. E’ un libro leggero nella forma, ma offre una prospettiva diversa nella sostanza.

 

Natalie dice che “Non esiste una storia singolare di Meticciato; devi includere prospettive e prenderti il ​​tempo per parlare con persone di luoghi, età e momenti diversi della loro vita. Penso di aver decisamente intrapreso un viaggio alla scoperta e all’accettazione del mio privilegio di donna mista che, in un certo senso, si adatta a un modello di ciò che ci si aspetta dal Meticciato. Essere persona mista con un genitore nero e un genitore bianco e far parte del gruppo misto più comune nel Regno Unito. Ho certamente il privilegio di essere più chiara, ma ho provato anche il razzismo. Questa è una delle cose più difficili da affrontare come persona mista e spesso non hai potere. Non sei tu a decidere quando avere i privilegi. Parlare di mescolanza può sembrare controverso in alcuni ambienti, talmente tanto che ho ricevuto espressioni di fastidio e di rifiuto, perché alla gente non piace l’idea di parlare di Meticciato“.

 

 

Michelle Zauner, Crying in H Mart

 

Dopo la tragica perdita della madre, il libro di memorie di Zauner è una straordinaria esposizione di complesse relazioni madre-figlia, in cui le due generazioni sono cresciute in lingue e culture diverse. Zauner non solo soffre per la scomparsa della madre, ma anche per quello che teme sia il suo legame con la coreanità.

 

È una domanda che si pone a molte persone bi-razziali: il mio genitore è l’unico ponte con questo Paese da cui provengo, che altrimenti sembra così lontano? Cosa succederà quando non ci saranno più? Come farò a rimanere legato alla mia cultura? Lo smantellamento, e la timida ricostruzione, dell’identità di Zauner è dolorosamente tenero e liberatorio da leggere.

 

 

Wiz Wharton, Ghost Girl, Banana

Il titolo di questo romanzo – tratto dagli insulti razziali usati contro le protagoniste, madre e figlia – definisce il tono di alterità e di recupero che si respira in tutto il romanzo. Ghost Girl, Banana è una storia di ritorno a casa, dopo che Lily, che ha perso la madre in giovane età, viene nominata beneficiaria della fortuna di un misterioso sconosciuto. Mentre si reca a Hong Kong per indagare sulla nuova eredità, finisce per riannodare i fili di chi era sua madre e per svelare segreti familiari profondamente radicati.

Ho trovato così affascinante il modo in cui la Wharton ha descritto come, per i bambini bi-razziali cresciuti in Occidente, le vite passate dei nostri genitori possano spesso sembrare così inaccessibili, impantanate in una storia e in un paese che forse non potremo mai comprendere appieno.

 

 

 

Celeste Ng, Everything I Never Told You

Seguendo una famiglia cino-americana che si sta riprendendo dalla morte della figlia di mezzo preferita, Lydia, questo libro ritrae in modo vibrante le tensioni silenziose e ribollenti alla base di una relazione interrazziale, che si ripercuotono sulla vita dei loro figli bi-razziali. Sentiamo il dolore del padre per l’assimilazione dei suoi figli meticci nella vita americana, il doloroso sottotesto dietro le ingenue dichiarazioni della madre sulla razza e il desiderio di Lydia di conformarsi doverosamente alle richieste concorrenti e inconciliabili della madre bianca e del padre cinese.

 

 

 The Vanishing Half, Brit Bennett

 

Anche di questo libro ve ne avevo già parlato qui.

Due gemelle identiche in fuga scelgono strade completamente diverse: Stella vive nella menzogna con il marito e la figlia bianchi, facendosi passare per una donna bianca; Desiree ha un figlio con un uomo di colore e trova la strada per tornare nella comunità nera. Le ripercussioni di queste decisioni vengono a galla quando i mondi delle figlie delle due gemelle si scontrano. Questo romanzo esplora le dinamiche del passaggio razziale e del colorismo – qualcosa che deve essere considerato quotidianamente da alcune persone bi-razziali – e gli effetti e i privilegi del cambiamento di identità.

 

In questo romanzo ci sono molte cose che ho trovato inaspettato e mi hanno sorpresa durante la lettura. I personaggi mi sono sembrati allo stesso tempo familiari e freschi, ognuno ben strutturato con i propri segreti e le proprie speranze, anche quelli più secondari. E’ molto presente il tema del colorismo e la storia solleva molti interrogativi sul significato di razza. La razza è semplicemente il modo in cui gli altri ti percepiscono? È la tua storia personale? È possibile liberarsi della propria razza o cambiarla? Cosa dice di una società in cui una persona potrebbe desiderare di farlo? La Bennett scrive con grande abilità e in un modo che solleva molte domande e lascia il lettore a riflettere.

 

 

 

 

Caucasia, Danzy Senna

 

Questo romanzo parla di “miscegenazione“: una relazione sessuale tra persone di gruppi razziali diversi. È così che inizia la vita di Birdie, con una madre bianca e un padre nero, entrambi immersi nelle complessità dell’attivismo e del potere nero nella Boston della metà degli anni ’70. Mentre la sua famiglia e la sua vita si dividono, Senna esplora le ideologie razziali in conflitto, la crescita di figli misti quando non si è misti e la lotta per trovare un legame con la cultura nera quando si è bianchi di passaggio.

 

 

 

Pride,  Ibi Zoboi

Ogni nicchia della letteratura ha sicuramente una versione di Orgoglio e pregiudizio, ed ecco quella per le ragazze Mixed. Pride ha come protagonista una famiglia di ragazze dominicane e haitiane che vivono nella Bushwick dei giorni nostri. Il romanzo ha tutto il romanticismo del classico originale, ma presenta anche una sottotrama in cui Zuri (l’analoga di Elizabeth Bennett) si adopera per impedire che la gentrificazione del suo quartiere cancelli la cultura della sua famiglia e della sua comunità.

 

 

 

Ella King, Bad Fruit

Un resoconto scottante del colorismo e del trauma intergenerazionale, la protagonista birazziale di Bad Fruit, Lily, si trucca da sola con tinture per capelli, trucco e lenti a contatto colorate. Lily minimizza i suoi tratti bianchi, avendo interiorizzato il disgusto della madre per essi, trovando sicurezza nell’apparire il più possibile simile alla “versione cinese” di se stessa. Mentre si modella sull’immagine della madre, i ricordi di Lily e della madre iniziano a sovrapporsi come un modello di cucito e Lily inizia ad avere dei flashback che fanno luce sull’infanzia oscura della madre.

 

 

 

Jaded, Ela Lee

“Etnia: Mista/Altro”. Così viene registrata l’identità di una persona Mixed quando viene concessa la cittadinanza in un paese anglosassone. Quelle tre parole burocratiche, innocuamente impresse nei documenti, continuano a catturare la sensazione di mancanza di spazio, di alterità e che l’essere birazziale ha spesso suscitato in chiunque si sia trovato ad affrontare questo passaggio. Ela Lee è tra queste. Ha una madre coreana e un padre turco e è cresciuta in spazi prevalentemente bianchi nel Regno Unito; la sua identità, di conseguenza, è diventata una cosa molto fluida, dipendente dal tempo e dal luogo.

Aveva ventitré anni quando lesse, per la prima volta, un libro con un protagonista birazziale. Fino a quel momento, non capiva perché in Corea si indossasse un fondotinta di tre tonalità troppo chiare per la sua carnagione, o perché facesse di tutto per apparire linguisticamente articolata con i suoi amici bianchi. Stava cambiando forma, facendo del suo meglio per adattarsi alle molteplici culture che attraversava.

Dal colorismo al code-switching, è attraverso la lettura che ha imparato il linguaggio che sta dietro ai comportamenti che sono alla base della sua vita. In questo libro esplora l’ampiezza di ciò che può significare essere bi-razziali ed ha trovato conforto in ciò che scriveva mentre si confrontava con ciò che significava per lei. Per questa stessa ragione, era importante che anche il suo romanzo d’esordio, Jaded, fosse raccontato dalla voce di una protagonista birazziale: un’avvocatessa ventenne di nome Jade la cui carriera è in ascesa, finché un evento lavorativo non va terribilmente storto. In seguito, Jade si ritrova a dare un senso a una vita a cui non è mai appartenuta veramente e a fare a pezzi la persona che è stata per tutti gli altri. Si tratta di identità, relazioni disordinate, consenso e ricerca del proprio posto nel mondo.

 

 

 

 

The House that will not stand, Marcus Gardley

 

L’opera teatrale di Marcus Gardley, del 2014, si concentra su un “momento liminale” della storia della Louisiana, quando le regole relative alla miscegenazione e alla schiavitù erano sufficientemente sfumate da permettere alle “persone libere di colore” di accedere allo status e alla ricchezza. Come moglie di diritto comune del ricco proprietario terriero Lazare Albans, la matriarca meticcia Beartrice vive una simile esistenza nella New Orleans del 1836. Ma riconosce la precarietà dei suoi diritti. Quando Lazare muore misteriosamente, Beartrice è decisa a rivendicare la sua casa e l’eredità delle sue figlie, anche se per farlo deve minacciare la moglie bianca legale di Lazare.

Ma le ragazze adolescenti, Agnès, Maude Lynn e Odette, che stanno rapidamente diventando giovani donne, hanno le loro preoccupazioni, desiderano essere amate e cogliere identità che vadano oltre la luminosità o l’oscurità della loro pelle. Agnès e Odette progettano di andare di nascosto al ballo annuale in maschera, dove potrebbero accattivarsi gli amanti bianchi, senza rendersi conto che ciò che desiderano è ciò che la madre considera simile alla schiavitù. I desideri contrastanti della famiglia si scontrano nel corso di una notte disperata. “Oh, ora mi odiate“, dice Beartrice alla sua sconcertata prole. “Ma l’età vi insegnerà quanto grande fosse il mio amore“.

 

 

 

 

 

 

Mexican WhiteBoy, Matt de la Peña

Questo romanzo per giovani adulti segue un adolescente in quello che sembra un moderno The Sandlot, perché il protagonista è un appassionato di baseball, ma anche perché il libro ha chiaramente un cuore fin dall’inizio. De la Peña aggiunge una dose massiccia di problemi legati alle leggi sull’immigrazione e alle insicurezze degli adolescenti, ma il tutto è condito da ragazzi che si comportano in modo strano. Muovendosi avanti e indietro tra il lato messicano e quello bianco della sua vita, Danny esplora il suo senso di sé e la crescita separata dal padre che è stato recentemente espulso.

 

 

Ilyon Woo, Master Slave Husband Wife 

All’età di 11 anni, Ellen Craft, figlia di una donna schiavizzata e del suo schiavista, un agrimensore bianco, fu sottratta alla madre e presentata alla sorellastra bianca come regalo di nozze. Quando alla fine si sposò, Ellen e suo marito William decisero di far nascere i loro figli liberi.

Nel 1848 escogitarono un’audace fuga. Ellen, di carnagione abbastanza chiara da poter passare per bianca, si travestì da uomo debilitato dalla malattia. William finse di essere lo schiavo di questo personaggio e insieme viaggiarono apertamente, raggiungendo la libertà in Pennsylvania e successivamente una vita in Canada e poi in Inghilterra. In Inghilterra impareranno a leggere e scrivere e, finalmente, Ellen darà alla luce dei figli liberi.

Il libro di Woo del 2023, diventato un bestseller, descrive la vita dei Craft e la loro emozionante fuga in modo soddisfacente e ricco di dettagli. Ma devo dire che sono venuta a conoscenza dei Craft grazie a un libro che ho trovato durante una vendita di libri usati sponsorizzata dalla mia biblioteca locale. Il libro, Runaway Slaves, pubblicato nel 2004 da Greenhaven Press come parte della serie History Firsthand che esplora i principali eventi della storia mondiale attraverso le testimonianze oculari, dedicava dieci pagine alla fuga di William ed Ellen Craft. La loro storia mi ha elettrizzata. Mi ha dato una sensazione di speranza e di potere.

 

Nella Larsen, Passing

 

In una giornata afosa nella Chicago degli anni Venti, Irene Redfield si fa passare per bianca, temporaneamente, per potersi rifugiare e sorseggiare del tè freddo nel ventilato ristorante sul tetto di un hotel di lusso. Lì incontra un’amica d’infanzia, Clare, che Irene scopre essere di passaggio, ma non solo per il pomeriggio. Vive la sua vita come una donna bianca e ha sposato un uomo bianco razzista che non conosce le sue origini.

 

Sebbene la storia sia raccontata dal punto di vista di Irene, l’autrice Larsen (lei stessa metà nera e metà danese) rende evidente che Clare soffre di una solitudine che non riesce a scacciare e che la spinge a cercare ripetutamente Irene. Si presenta persino senza preavviso a casa di Irene ad Harlem e si infiltra nella sua vita, con grande disappunto dell’amica. Irene è infastidita dalle attenzioni, ma allo stesso tempo nutre una certa ammirazione per Clare, è curiosa della sua vita e delle azioni intenzionali che compie per ottenere ciò che desidera. Inizia a dubitare delle proprie scelte anche quando quelle di Clare portano alla distruzione. Netflix ha distribuito un film basato sul romanzo di Larsen del Rinascimento di Harlem nel 2021. Troverete la mia recensione qui.

 

 

 

James Welch, The Death of Jim Lonely 

Questo romanzo del 1979 presenta l’archetipo del personaggio birazziale che non appartiene a nessun luogo. Jim Loney, per metà bianco e per metà nativo americano, è un diseredato e vive una realtà solitaria e impregnata di alcol in un desolato paesaggio del Montana, nonostante le attenzioni di una sorella premurosa che cerca di riportarlo alla vita. Ma è perché Jim non riesce a trovare un posto in cui inserirsi, o perché i confini di entrambe le origini cospirano per tenerlo fuori?

Abbandonato dalla madre e rifiutato dal padre bianco, Jim è tormentato da sogni che sembrano rispecchiare il tipo di ricerca di visioni che avrebbe avuto da giovane nelle tradizioni dei nativi americani per orientare la sua vita. Cerca di risolvere le immagini rimanendo una sfinge per coloro che lo circondano. La direzione a cui giunge, però, finisce per avere i suoi tristi limiti.

 

 

The Color of Water: A Black Man’s Tribute to His Whiet Mother, James McBride

Cresciuto nelle case popolari di Brooklyn con i suoi 11 fratelli e la madre due volte vedova, la vita di McBride è stata troppo caotica per riuscire a capire perché la madre fosse così evidentemente bianca e lui e i suoi fratelli e sorelle no. Da giovane e da scrittore, attraverso una serie di interviste con il suo soggetto riluttante, riesce finalmente a carpire da lei i dettagli della famiglia da cui era scappata: il padre rabbino ortodosso, severo e violento, la madre disabile e il negozio che gestivano in una cittadina rurale della Virginia, pesantemente segnata da divisioni razziali.

 

 

McBride incrocia la storia di sua madre con la propria storia di maturità, in cui sente che, nonostante la sua vita determinata come uomo di colore, deve incorporare tutti i pezzi lasciati da sua madre per poter essere veramente integro. Entrambi i loro viaggi per trovare un posto nel mondo sono intrecciati come se si fosse seduti al tavolo della cucina con loro mentre li raccontano. Il colore dell’acqua ci ricorda che, sebbene la razza, la religione e l’educazione siano importanti, non si può lasciare che ci consumino, ma piuttosto che ci guidino verso la nostra identità.

 

 

 

 

 

Mixed Feelings, Avan Jogia

L’attore Avan Jogia presenta una raccolta di poesie e racconti sulla crescita e la vita di una persona di razza mista nell’America contemporanea. In Mixed Feelings, Jogia, insieme a numerosi altri collaboratori, esplora le emozioni legate ai conflitti di razza, identità, religione ed educazione.

 

Quando Jogia parla di “sentimenti misti”, si riferisce contemporaneamente ai sentimenti che derivano dall’essere Mixed e dall’avere sentimenti contrastanti riguardo alla propria identità. In recenti interviste Jogia ha parlato della sua carriera di attore e della sua esperienza di typecasting come motivazione per scrivere questa raccolta. Ha usato l’esempio che se avesse fatto un’audizione per il ruolo del “migliore amico indiano” non avrebbe ottenuto la parte perché non corrisponde all’aspetto o al comportamento di un attore indiano “tipico” per la società occidentale. Nella ricerca di un’esistenza essenzializzata, Jogia si è reso conto che non ne esiste nessuna per le persone come lui e ha cercato di decostruire questa visione monolitica dell’identità razziale.

 

Una raccolta di poesie e racconti, Mixed Feelings è il risultato della domanda che Avan Jorgia ha posto a se stesso e ad altri scrittori: “Cosa significa essere Mixed?”. Mixed Feelings è un’occhiata a diverse prospettive di multiculturalità e alla possibilità di essere molto più simili che diversi.

 

Uno dei motivi per cui amo così tanto questo libro è perché ritengo che catturi perfettamente le sfumature di ciò che significa essere meticci in un mondo sempre più polarizzato dalle differenze razziali. Per esempio, in questa raccolta ci sono storie raccontate dalla prospettiva di individui che passano per bianchi. La poesia di Fiona Brackley, intitolata “Because She is “Just White“”, affronta i sentimenti di inautenticità dell’autrice nel suo desiderio di capire la sua eredità indiana e che, non sembrando “abbastanza indiana”, si sente meno legata alla sua famiglia, che sente “debole e lontana”. Parla di dover dare prova di sé alle riunioni di famiglia per dimostrare la propria appartenenza e ammette di provare gelosia per gli individui misti che sembrano tali. Se si ha un aspetto meticcio, c’è un marcatore esterno della propria eredità etnica a cui aggrapparsi, ma quando si è bianchi di passaggio non c’è nulla di fisico che ci leghi alla nostra eredità e questo porta a un’ulteriore cancellazione della nostra identità. Di tutta la raccolta, è stata questa poesia quella con cui mi sono relazionata di più e sono ancora scossa dall’impatto di aver letto qualcosa che si allinea così strettamente alle mie esperienze.

 

Essendo una persona Mixed che non vede mai le proprie esperienze ritratte nella letteratura o nei film, sono stata felice di scoprire che gran parte di questo libro si concentra sulle famiglie miste (nella fattispecie qui dell’Asia meridionale). Una cosa che mi ha colpita molto è stata la trattazione della religione e dei matrimoni interreligiosi, molto comuni nelle coppie miste di origine sud-asiatica e bianca. All’inizio della raccolta c’è una poesia che parla del matrimonio tra la madre indù e il padre cristiano di un individuo. L’autore nota che questo era un conflitto più grande nella loro relazione di quanto non lo fosse la razza. Più avanti, in un racconto di Saalika Khan, l’autrice ricorda come la gente pensasse che sua madre si fosse convertita all’Islam per sposare il padre pakistano, mentre in realtà aveva accettato l’Islam da sola. I matrimoni interreligiosi sono raramente discussi per quanto riguarda l’identità mista e, se lo sono, di solito hanno una connotazione negativa, ma queste storie offrono una bella visione di come la religione possa essere una forza unificante nel riunire le persone.

 

Ho anche apprezzato il modo in cui Jogia affronta i modi in cui le persone miste sono incoraggiate a ridursi a frazioni, venendo etichettate come “metà di questo” e “metà di quello”. Le persone non miste tendono a sostenere che una persona mista non “conta” come parte del loro gruppo razziale a causa di quanto o poco si adatta allo stampo di ciò che ci si aspetta che appaia o si comporti. Nella poesia di Miranda Patterson intitolata “We Might Be Mixed” (Potremmo essere misti), l’autrice si chiede giustamente: “Chi tiene il conto di questa cosa?“. Quando sono gli unici “amici etnici” in un gruppo di amici bianchi, le persone Mixed devono spesso rappresentare una comunità in cui non si sentono del tutto accettati. Ancora peggio è quando questi amici non ti vedono nemmeno come “uno di loro”. Non capiscono che quando insultano certe comunità razziali, stanno insultando la nostra famiglia, le nostre madri e i nostri padri. Cambiamo per diventare la forma più accettabile di noi stessi quando siamo circondati da diversi gruppi di persone, ma dopo un po’ il peso di dover rappresentare tutto in ogni momento si fa sentire. È una situazione strana da gestire, ma è una situazione in cui ci troviamo spesso, quindi mi ha fatto molto piacere vedere che Mixed Feelings affronta questo tema.

Nella sua introduzione a Mixed Feelings, Jogia si è schierato contro le etichette come razza, genere e sessualità, sostenendo che se gli individui non trovano queste categorie potenzianti, allora dovrebbero liberarsene. Non mi convince come soluzione agli stereotipi razziali, perché il modo in cui gli altri reagiscono a una persona di origini miste non è qualcosa che è sotto il loro controllo. Rifiutare le etichette razziali in un mondo che si basa sulla capitalizzazione delle differenze altrui non impedirà alle persone di razza mista di essere etichettate. Apprezzo il tentativo di Jogia di costruire ponti e dare potere alle persone Mixed, ma non credo che la sua proposta sia del tutto realistica.

Mixed Feelings è un libro scritto da persone miste per persone miste. Penso che se non siete persone miste ma volete saperne di più sull’esperienza dei Mixed, questo non è il posto migliore da cui iniziare perché è una raccolta molto personale e specifica. Ci sono libri di saggistica molto migliori su questo argomento che vi daranno una panoramica più ampia. A dire il vero, ci sono anche antologie di poesie scritte meglio. Ma per chiunque si senta diviso dalla propria razza o dal proprio background, Mixed Feelings è un libro che vi aiuterà ad affrontare alcuni dei vostri sentimenti di appartenenza e sarà qualcosa a cui tornerete più e più volte, come è successo a me. Ho sentito tutte queste poesie con tutto il mio cuore meticcio e consiglio vivamente questo libro.

 

 

 

 

The Girl Who Fell from the Sky, Heidi W. Durrow

La preadolescente Rachel Morse, figlia di una donna danese e di un uomo nero, sopravvive a una tragedia familiare e viene mandata a vivere con la famiglia del padre e a frequentare una scuola dove improvvisamente deve rendere conto di ciò che è. “Ci sono 15 neri in classe e sette bianchi“, osserva la ragazza. “E ci sono io“.

Sebbene Durrow, che ha la stessa discendenza del suo personaggio, sia ben consapevole del tropo del personaggio meticcio condannato, riconosce il passato (anche chiamando la madre di Rachel Nella come l’autrice Larsen) e scrive con coraggio, decisa a creare un personaggio la cui vita non sarebbe stata definita dalla tragedia. “Volevo davvero darle una voce per vedere come sarebbe potuta crescere“, ha detto Durrow in un’intervista.

Nel viaggio di Rachel, Durrow esprime un punto di vista che, credo, condividiamo: La vita è un dono, così come la lotta per l’identità, per l’amore, per la famiglia. Non deve essere per forza tragica, per quanto dura. Rachel, dice Durrow, è “ancora in grado di essere intera, in definitiva, e credo che alla fine trionfi“.

 

 

 

 

Wild, Beautiful, and Free, Sophfronia Scott

Il personaggio meticcio di Jeannette Bébinn è una ragazza venduta come schiava nel Sud americano degli anni Cinquanta dell’Ottocento. Una storia bellissima e ben scritta, dal ritmo incalzante, emozionante e risolutiva, Wild Beautiful and Free racconta la storia di una giovane e determinata ragazza Mixed, nata da una donna schiavizzata e dal proprietario di una piantagione durante la Guerra Civile.

 

Imparando a conoscere l’amore, la famiglia e l’integrità dal suo amato padre quando era bambina, Jeannette è alla ricerca di un luogo in cui sentirsi a casa dopo essere stata venduta in schiavitù dalla matrigna e mandata a sud. Sa cosa vuole e cosa si merita e Jeannette non accetterà niente di meno.

 

Wild Beautiful and Free è stato paragonato a Jane Eyre e da questa rivisitazione di Jane Eyre si possono trarre molti insegnamenti: vediamo Jeannette parlare per sé stessa, perdonare gli altri e vivere la sua verità mentre cerca l’amore. Raccomando questo romanzo, molto emozionante e commovente.

 

La storia di Jane Eyre ha avuto un’enorme influenza sulla scrittrice, in particolare nelle parti in cui cercava di capire come trovare una nuova posizione quando voleva lasciare la scuola in cui era stata fin da bambina. Ci sono diversi paragrafi dedicati alle sue riflessioni e quelle parti le hanno insegnato a pensare, a prendere decisioni e ad avere potere nella sua vita. Voleva scrivere un’eroina come Jane, ma che fosse una donna di colore diverso dal bianco.

 

Wild, Beautiful, and Free è simile, in quanto presenta una ragazza sola nel mondo che alla fine diventa insegnante e si innamora di un uomo. Ma l’esperienza di Jeannette è molto più straziante di quella di Jane. Jeannette viene venduta come schiava, progetta una fuga rocambolesca e alla fine viene coinvolta nella Guerra Civile. Per questo motivo, ha gli aspetti di un’eroina d’azione: agisce per proteggere i suoi cari, porta con sé un’arma, sopporta i pericoli del campo di battaglia. Il libro si muove molto più velocemente di Jane Eyre.

 

 

 

 

 

Mixed Up Tineka Smith, Alex Court

Un racconto senza censure degli ostacoli e dei trionfi di una relazione mista durante il più grande movimento per i diritti civili della storia. Un libro illuminante che metterà in discussione ciò che si pensa di sapere sulle relazioni, sulla diversità culturale e sulla razza. Un libro imperdibile che cambierà il modo in cui vediamo le coppie miste e ci farà mettere in discussione le nostre convinzioni radicate.

Tineka Smith sapeva di doversi comportare in un certo modo a causa del colore della sua pelle. Ha dovuto affrontare le restrizioni imposte da un sistema ingiusto: non rispondere ai bianchi, aspettarsi di essere fermata dalla polizia e lavorare il doppio dei tuoi coetanei bianchi. Alex Court, un uomo bianco britannico, ha vissuto la sua vita in modo molto diverso. Essendo un bianco e un uomo privilegiato, si è visto rappresentato in ogni campo della vita e quindi ha sempre avuto la fiducia di eccellere e di andare avanti.

Quando Tineka e Alex si sono innamorati per la prima volta, non si sono resi conto di quanto il colore della loro pelle potesse influire sulla loro relazione. Ma con il passare del tempo e con l’intrecciarsi delle loro vite e delle loro culture, si sono resi conto di quanto le loro esperienze fossero drammaticamente diverse. In Mixed Up, Tineka e Alex si aprono per la prima volta sulla loro relazione interrazziale e, con aneddoti, analisi e rivelazioni crude, cercano di navigare nel loro nuovo e difficile mondo, affrontando di petto la razza e le relazioni nel XXI secolo.

Tineka Smith è una scrittrice, sostenitrice dell’uguaglianza razziale e imprenditrice. È anche la fondatrice di Huetribe, un’azienda di biglietti d’auguri che mira a promuovere una rappresentazione diversificata. Attualmente è membro del Consiglio della UK Greeting Card Association e fa parte del suo sottocomitato per la diversità. Occasionalmente, Tineka lavora come consulente di comunicazione freelance per le Nazioni Unite.

Alex Court è uno scrittore e giornalista britannico che ha vissuto in tutto il mondo. Attualmente è Marketing Lead presso il World Economic Forum, con sede a Ginevra, in Svizzera. In precedenza, Alex ha lavorato come consulente per la comunicazione presso l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, UNHCR. Il suo lavoro di difesa delle persone costrette a fuggire dalle loro case lo ha portato in luoghi come il Mali, il Libano, il Niger e il Kenya. I suoi scritti sono stati pubblicati da CNN, Bloomberg e Roads & Kingdoms. Ha anche lavorato come produttore in progetti radiotelevisivi, tra cui “Awake at Night“, un podcast delle Nazioni Unite e i programmi della BBC Radio 4 From Our Own Correspondent e Focus on Africa.

 

 

 

The Racism of People Who Love You, Samira K. Mehta

 

In questa miscela emotivamente potente e intellettualmente provocatoria di memorie, critica culturale e teoria, la studiosa e saggista Samira Mehta riflette sui molti aspetti dell’essere multirazziale. The Racism of People Who Love You, invita le persone Mixed a partecipare alla conversazione sulla razza in America e sulla fusione di culture trovate ed ereditate di identità ibride.

 

Ha messo in parole molte esperienze, pensieri e sentimenti che ho provato essendo una persona birazziale, e che non sapevo come ben articolare o non sapevo se fossero reali anche per altri. Mehta offre un valido spunto di conversazione che si snoda su una linea difficile: esaminano questioni complicate con comprensione e generosità, con l’obiettivo di far crescere le relazioni con le persone care.

 

Non dirò che è una lettura facile. Dirò che è una lettura che fa riflettere. E penso che sia molto importante, se le persone vogliono sentirsi considerate o vogliono avere una visione più approfondita di come ci si sente per la propria famiglia e i propri amici quando si tratta di un’identità birazziale.

 

 

 

 

 

Luisa Casagrande. EDGEWALKER, Business Executive & Transformational Senior Mentor | Co-Founder & CVO Dolomite Aggregates™ Nig. LTD | Founder Métissage Sangue Misto™ & Métissage Dynamics© | Experiences Developer | Chief Diversity Officer. Investo molto sulle persone e sullo sviluppo del capitale umano, lavorando sui talenti e sulla valorizzazione delle singole specificità. www.luisacasagrande.com

 

 

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